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giovedì 20 settembre 2007

È finito il grande caldo ma intanto continua l'allarme-incendi

Nei giorni scorsi è andato in fiamme uno dei posti più suggestivi della val d’Agri

Villa d’Agri- Parlare di urgenza e di immenso pericolo quando sembra sia finito il gran caldo non è allarmistico. I danni a tutto il patrimonio ambientale derivanti dai devastanti incendi verificatisi quest’anno sono incalcolabili. Gli incendi in Basilicata hanno percorso centinaia di ettari di superfici boscate molte di queste in aree del nostro territorio con un elevato valore naturalistico (es. Pollino). Non può essere un caso nel momento in cui nel Parco Nazionale del Pollino, dopo anni di inerzie ed inefficienze, il presidente dell’Ente Parco Pappaterra comincia a delineare la strategia di azione del Parco nazionale per la tutela della flora e della fauna e per un rilancio di un'economia pulita e sostenibile nel Parco, si registra il più violento attacco a quel territorio, con una quantità di roghi ed una loro vastità che non possono essere frutto di pura coincidenza oppure, nemmeno è casuale che non più tardi di una settimana fa, in un servizio andato su TG3 Basilicata con il quale si esaltava l’efficacia del sistema di videosorveglianza messo in atto dalla Comunità Montana Alto Agri, in grado di tenere a freno i malintenzionati piromani e malati di mente, che si registra lo stesso risultato: è scoppiato un’incendio (forse il più grave degli ultimi anni) al Monte volturino, una delle 17 zone a protezione speciale della regione Basilicata e forse tra le più belle e suggestive dell’intero appennino meridionale. In entrambi i casi si tratta di terreni coperti da boschi il cui valore ambientale ed economico è praticamente inestimabile: i boschi incendiati, infatti, oltre a perdere, spesso in maniera irreversibile, i servizi ecologici primari di conservazione della biodiversità, legata alla presenza di specie, ecosistemi ed habitat, perdono le altre non meno importanti funzioni di stabilizzazione climatica ed idrogeologica, la produzione legnosa, la funzione ricreativa e turistica. Eppure in riferimento all’ultimo evento molti degli abitanti di Marsicovetere e Villa d’Agri sono pronti a scommettere che la causa di tutto questo è la mano dell’uomo, per colpa o per dolo, e molte volte la mano della speculazione, della criminalità o del rifiuto di ogni forma di controllo e tutela legale del territorio. Quindi “opera dell’uomo” e non il fenomeno dell’autocombustione come qualcuno tenta di far credere, effettivamente rarissimo.

Gli incendi di questi ultimi giorni hanno inferto l’ennesima ferita profonda al nostro territorio che, anno dopo anno, subisce sempre maggiori danni, perdendo alberi, biodiversità e habitat, ma anche la stabilità idrogeologica di molti versanti, paesaggi, storia e identità territoriale.

Le illegalità connesse agli incendi boschivi rappresentano reati gravissimi, intollerabili, su cui non è possibile abbassare la guardia. Allora noi che amiamo la nostra terra e le nostre cose belle chiediamo:

  1. Tolleranza zero verso piromani ed incendiari e maggiore attenzione agli incendi colposi; trattare i piromani come terroristi. I comuni e la società civile si costituiscano parte civile nei processi contro gli incendiari.
  2. che la Regione abolisca la legge sulla bruciatura delle stoppie e dei residui vegetali vietando nel contempo una pratica arretrata ed infruttuosa, che provoca gravissimi danni alla stabilità dei suoli e alla loro fertilità, al paesaggio, al patrimonio boschivo e alla fauna selvatica che si vede privata di importantissimi habitat come sono quelli costituiti dalla flora che cresce lungo i canaloni che spesso delimitano i fondi;

3. un'azione di "intelligence" per stanare i "professionisti del fuoco". Prevedere un piano urgente per l'impegno dei militari nella sorveglianza delle regioni e delle aree più a rischio. Se è il caso chiedere l’interevento dell’esercito per le zone fortemente vulnerabili (trattarle come polveriere o zone militari).

  1. Fermare a monte la possibilità di speculare sul fuoco. È un’azione fondamentale che i sindaci, soprattutto delle zone più colpite dalle fiamme, devono mettere in pratica per contribuire a mettere fine a questa ciclica emergenza.
  2. Ed infine rendere operativa una delle più importanti disposizioni contenute nella innovativa legge quadro sugli incendi boschivi, la legge 353 del 2000, che prevedeva l’istituzione del catasto delle aree attraversate dal fuoco. La Basilicata è fra le ultime regioni per numero di Comuni che hanno adempiuto a questo obbligo, solo l’8% dei Comuni lucani adempie a questo obbligo.

La nostra speranza resta quella di non dover più commentare atti del genere

Speriamo!!!!

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