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domenica 17 febbraio 2008

CRONACA DI UN MATTINO QUALUNQUE IN CALABRIA…


Monday 18 February 2008
Una bella e profonda lettera inviata da Maurizio Agostino, che ci svela la vera essenza della Calabria.

agostino_maurizio.jpgEsco di casa in una giornata che si presenta fresca e luminosa...
Questa è una terra dai tanti luoghi, in tanti di questi diciamo di aver freddo quando ci sono 6/7 gradi...

Mi capita spesso di andare a dormire con i pensieri del giorno, che tanto lasciano ancora da fare... Sveglio guardo già avanti con ottimismo.
E' prestino, sono già con l'idea di accendere l'autoradio e di riconnertermi con il mondo. Nuove notizie danno sempre vitalità alle idee positive...

Il giornaleradio mette in prima pagina una notizia proveniente dalla Calabria, arrestati nella notte 50 persone per traffico di droga, appalti truccati ed estorsioni.
C'è anche un assessore Regionale al Turismo.
Naturalmente la mano della ‘Ndrangheta, questa volta in sinergia con Mafia e Camorra, una rete di relazioni che dalla Calabria, passano per la Campania e finiscono in Umbria.

Ormai queste notizie sono all'ordine del giorno.

E non posso dire che ci ho fatto un'abitudine.

Ogni volta è una stilettata, un insulto che arriva direttamente al cuore, alle viscere, al cervello... Sono notizie che ti riportano indietro, che ti fanno arretrare dalle posizioni che con tanta fatica tenti di conquistare giorno per giorno con i piccoli e significativi gesti della quotidianità. Si perché un fatto di malaffare, che implica disonestà, delinquenza, illegalità, morte... ci riguarda tutti, non solo quelli direttamente implicati o danneggiati. Quando il mondo apprende dell'ennesima disfatta della pubblica morale in Calabria è la Calabria che soffre nella sua interezza. La campana suona imperterrita per tutti!

I primi sentimenti di sbigottimento, amarezza, delusione... fanno appena in tempo ad esplodere che l'orecchio continua ad ascoltare.

Fra gli arrestati, oltre all'illustre Assessore Regionale c'è il Sindaco di Staiti ed il Vicesindaco di Brancaleone. Conosco bene quei posti.

E' sempre con me il profumo dell'essenza di bergamotto che al mondo solo li si produce. E mi accompagnano sempre l'orgoglio, la dignità ed il coraggio dei bergamotticoltori biologici , che da soli si sono saputi organizzare ed hanno levato il loro prodotto da un assurdo regime di monopsonio che caratterizza il mercato di questa essenza. E poi i campi di bergamotto, che si fanno largo nelle piccole valli scavate dalle fiumare reggine, belle e spietate e che tanto hanno ispirato la vena letteraria e poetica di uomini come Corrado Alvaro.

No, non può essere. Il mondo non conoscerà mai questi grandi tesori. Tesori nascosti. Basta invece poco perché un aulico nome come Brancaleone (!) venga associato al malaffare, al cancro della ‘Ndrangheta... E' la desolazione più forte che si potrebbe provare.

E penso al mio amico presidente della cooperativa di bergamotticoltori biologici che li opera, alla sua non giovane età fisica, al suo giovane spirito. Alle lotte condotte per la difesa della sua dignità di produttore e di quella di tutti gli associati. Alle sue vittorie... A quello che è riuscito a dimostrare a tutti i parolai di questo strano paese.

Oggi viene ripagato con questa moneta. Tutto cancellato da un dispaccio di agenzia.

Mi consola però che il mio amico presidente e tanti come lui non si fermeranno per questo. Andranno sempre fieri del loro lavoro e non rinunceranno a nessuno dei loro sogni. Linfa vitale di una terra oggi sempre più confusa e smarrita...

La radio parla ancora. Traffici illeciti legati all'energia di centrali idroelettriche della Valle dello Stilaro.

Lo Stilaro? Ma chi da la notizia e chi lo ascolta lo sanno dei luoghi di cui si sta parlando? Quelli sono i luoghi di Tommaso Campanella, un calabrese che con il suo pensiero ha avanzato l'intero genere umano nel cammino della storia... Anche lui adesso è insultato, ferito, umiliato... se ne ricorderanno gli studiosi, ma per la gente comune la contaminazione della Valle è irreversibile.

E poi di quale energia stiamo parlando? A già quella che la malavita utilizza per accaparrarsi risorse destinate agli investimenti... E pensare che proprio nella Valle dello Stilaro è stata realizzata una delle prime centrali idroelettriche e che la Calabria nel suo insieme risulta essere ancora una regione produttrice di energia pulita, che ci deriva dalle montagne e dai rigogliosi boschi.

E sì perché il clamore delle notizie di cronaca ormai non lasciano più spazio alla nostra normalità, travolgono la realtà, una realtà che presenta oltre mezzo milione di ettari di bosco, con ecosistemi unici nel panorama mediterraneo, di immenso valore naturale e sociale. Come fa un abete bianco dell'alta valle dello Stilaro, alla cui ombra sta ancora intatta la residenza estiva di Re Ferdinando I di Borbone, a far parlare di se quando un po' più giù c'è chi viene arrestato perché accusato di lucrare illecitamente sull'energia che proprio lui contribuisce a garantire?

Ma il popolo delle formiche non si ferma nemmeno davanti a questo. A Stilo (comune capoluogo della valle del cui fiume gli deriva il nome) una cooperativa di ragazze e di ragazzi ha rilevato prima un ristorante pizzeria e poi un intero albergo. Gestiti in nome e per conto della legalità! Chi ci va potrà vedere! E degustare cibi biologici e tipici! Ed un'altra cooperativa poco distante da li ha rilevato una struttura prima destinata a carcere mandamentale e l'ha trasformata in albergo in grado di accogliere soggetti disabili.

Tutto questo, ed altro, accade nel cuore della Locride!

Sono le stesse cooperative, riunite nel consorzio GOEL che hanno indetto la manifestazione del primo marco a Locri, per fondare un'alleanza contro la mafia e la massoneria deviata, per la democrazie ed il bene comune.

Loro lo dicono poco in giro, ma le cooperative sociali della locride in pochi anni hanno creato centinaia di posti di lavoro, nella legalità e nella solidarietà. Questo non fa notizia. Certo. Ma ci da la speranza.

Tutto il gran parlare dei mali della Calabria finirà quando i milioni di calabresi capiranno una semplice verità. Poche decine di famiglie, con la complicità di politici mediocri (anch'essi una esigua minoranza), stanno tenendo a sequestro una intera regione. Poche decine da una parte, milioni dall'altra.

Pochi stanno privando tanti dei loro sogni, dei profumi e dei colori della terra che ci appartiene... Non può essere più ammessa la sola idea.

La consapevolezza di questa verità, quando sarà matura, impiegherà pochi istanti a cancellare il fenomeno malavitoso. E lo stesso vale per la Sicilia e la Campania, non c'è dubbio.

I tanti pensieri che hanno rincorso le brutte notizie diffuse dalla radio stamattina, mi hanno distratto un po'... Sono arrivato alla mia destinazione senza nemmeno accorgermene. Adesso la radio è già alla pubblicità...

Riunione con i quadri tecnici di una Organizzazione di produttori agrobiologici, che producono Clementine di Calabria IGP da agricoltura biologica. Hanno fretta di completare i programmi dell'annata agraria in via di chiusura per preparare la prossima stagione, con nuovi importanti obiettivi produttivi e commerciali. Non c'è tempo più per pensare. Bisogna fare.

La Calabria degli onesti è già in cammino, anzi non si è mai fermata e non aspetta!

Ci vediamo tutti a Locri il primo marzo!

Maurizio Agostino - Gaia Calabria

secondo voi non sarebbe meglio pensare al trattamento meccanico biologico dei rifiuti?

Il trattamento meccanico biologico dei rifiuti (MTB) è una tecnologia per la gestione a freddo dei rifiuti indifferenziati. Tali impianti separano in vari flussi (metalli, plastica, vetro...) il residuo delle raccolte diferenziate, La componente organica separata dal residuo inorganico viene ulteriormente separata e destinata in parte al compostaggio (il compost risultante puo' essere utilizzato per riempimenti, sottofondi e opere di copertura di discariche) e in parte alla digestione anaerobica per produrre biogas (impiegato come combustibile). La frazione residua da mettere in discarica al termine del processo è attualmente stimabile in un 9% di tutti gli RSU, tale frazione pero' è inerte e dieci volte meno inquinante del caso degli RSU non trattati nelle discariche tradizionali.

Le fasi di funzionamento del trattamento a freddo meccanico biologico MTB


1. Separazione meccanica dei diversi flussi tramite vagliatura. Ciò che rimane sopra il vaglio (chiamato sopravaglio) è costituito principalmente da materiale inorganico recuperabile (vetro, plastica, metalli, tessuti,...). Ciò che filtra sotto il vaglio (sottovaglio) è sostanzialmente rifiuto organico.

2. Recupero dei materiali. Sfruttando la differente densità dei materiali si adottano mezzi meccanici diversi per separare completamente i materiali del sopravaglio e avviarli all’industria del riciclaggio. Sarebbe molto utile che all’interno dell’area dell’impianto TMB vi siano anche impianti per il riciclaggio, che in Italia non sono così sviluppati e che permetterebbero ingenti guadagni, come avviene all’estero.

3. Percolazione. Il sottovaglio, costituito da rifiuti organici è composto da una parte solida e da una liquida. Il percolatore separa le due frazioni in modo che la parte solida sia mandata al gruppo di compostaggio, mentre quella liquida viene immessa nel digestore anaerobico (cioè funziona in assenza di ossigeno) per produrre biogas.

4. Compostaggio. I rifiuti organici solidi sono digeriti da microorganismi aerobi (cioè lavorano in presenza di ossigeno) per produrre un humus fertile adatto per il ricoprimento delle discariche (che permette di far sì che il carbonio della parte organica dei rifiuti della discarica sia sequestrato dal terreno, riducendo la formazione di gas serra come metano e anidride carbonica). Il compost non può attualmente essere usato in campo agricolo - a differenza del caso di impianto di compostaggio dedicati solo ai rifiuti organici- perché questo compost è contaminato da altre sostanze dei rifiuti solidi urbani.

5. Digestione anaerobica. In un grosso reattore la parte liquida dei rifiuti organici è degradata da batteri anaeobi in modo accelerato, al fine di produrre biogas. Questo viene poi filtrato e depurato per recuperare il metano in esso contenuto (fino a un 70%) e venderlo o come combustibile o come gas da cucina (e così risolviamo in parte il problema del gas).

6. Centro di ricerca. Un centro in cui si studiano i limiti dell’impianto nel recuperare i materiali e il modo in cui questi sono progettati. Il fine è indicare ai produttori la via migliore per riprogettare i prodotti in modo che siano riciclabili al 100% e trovare soluzioni migliori per migliorare l’impianto stesso per recuperare il più possibile. (fonte: globalproject.info)

pubblichiamo integralmente un articolo riguardante i termovalorizzatori (ovvero inceneritori!)

Caso: INCENERITORI E NANOPATOLOGIE

Ormai non esiste più alcun dubbio a livello scientifico: le micro- e nanoparticelle, comunque prodotte, una volta che siano riuscite a penetrare nell’organismo innescano tutta una serie di reazioni che possono tramutarsi in malattie. Le nanopatologie, appunto.
Se è vero che le manifestazioni patologiche più comuni sono forme tumorali, è altrettanto vero che malformazioni fetali, malattie infiammatorie, allergiche e perfino neurologiche sono tutt’altro che rare. A prova di questo, basta osservare ciò che accade ai reduci, militari o civili che siano, delle guerre del Golfo o dei Balcani o a chi sia scampato al crollo delle Torri Gemelle di New York e di quel crollo ha inalato le polveri.
“Comunque prodotte”, ho scritto sopra a proposito di queste particelle che sono inorganiche, non biodegradabili e non biocompatibili. E l’ultimo aggettivo è sinonimo di patogenico. Il fatto, poi, che siano anche non biodegradabili, vale a dire che l’organismo non possieda meccanismi per trasformarle in qualcosa di eliminabile, rende l’innesco per la malattia “eterno”, dove l’aggettivo eterno va inteso secondo la durata della vita umana.
Le particelle di cui si è detto hanno dimensioni piccolissime, da qualche centesimo di millimetro fino a pochi milionesimi di millimetro, e più queste sono piccole, più la loro capacità di penetrare intimamente nei tessuti è spiccata; tanto spiccata da riuscire perfino, in alcune circostanze e al di sotto di dimensioni inferiori al micron (un millesimo di m millimetro), a penetrare nel nucleo delle cellule senza ledere la membrana che le avvolge. Come questo accada sarà il tema di un incipiente progetto di ricerca europeo che vedrà coinvolto come coordinatore il nostro gruppo.
Se è vero che la natura è una produttrice di queste polveri, e i vulcani ne sono un esempio, è pure vero che le polveri di origine naturale costituiscono una frazione minoritaria del totale che oggi si trova sia in atmosfera (atmosfera significa ciò che respiriamo) sia depositato al suolo, ed è pure vero che la loro granulometria media è, tutto sommato, relativamente grossolana.
È l’uomo il grande produttore di particolato, soprattutto quello più fine. Questo perché la tecnologia moderna è riuscita ad ottenere a buon mercato temperature molto elevate a cui eseguire le più svariate operazioni, e, in linea generale e a parità di materiale bruciato, più elevata è la temperatura alla quale un processo di combustione avviene, minore è la dimensione delle particelle che ne derivano. A questo proposito, occorre anche tenere conto del fatto che ogni processo di combustione, nessuno escluso, produce particolato, sia esso primario o secondario. Per particolato primario s’intende quello che nasce direttamente nel crogiolo, per secondario, invece, quello che origina dalla reazione tra i gas esalati dalla combustione (tra gli altri, ossidi di azoto e di zolfo) e la luce, il vapor d’acqua e i composti principalmente organici che si trovano in atmosfera.
Al momento attuale, la legge prescrive che l’inquinamento particolato dell’aria sia valutato determinando la concentrazione di particelle che abbiano un diametro aerodinamico medio di 10 micron - le ormai famose PM10 - e prescrive che la valutazione avvenga per massa. Nulla si dice ancora, invece, a proposito delle polveri più sottili: le PM2,5 (cioè particelle con un diametro aerodinamico medio di 2,5 micron), le PM1 (diametro da 1 micron) e le PM0,1 (diametro da 0,1 micron). Sono proprio quelle le polveri realmente patogene, con una patogenicità che cresce in modo quasi esponenziale con il diminuire del diametro. E per avere un’idea degli effetti sulla salute di queste poveri occorre che le particelle siano non pesate ma classificate per dimensione e contate. Dal punto di vista pratico, la massa di una particella da 10 micron corrisponde a quella di 64 particelle da 2,5 micron, oppure di 1.000 da un micron, oppure, ancora, a quella di 1.000.000 di particelle da 0,1 micron. Perciò, valutare il particolato in massa e non per numero e dimensione delle particelle non dà indicazioni utili dal punto di vista sanitario e può, anzi, essere fuorviante.
Venendo al problema dell’inquinamento da rifiuti, è ovvio che questi debbano, in qualche modo, essere smaltiti.
A questo punto, è necessario ricordare la cosiddetta legge di Lavoisier o della conservazione della massa. Questa recita che in una reazione chimica la massa delle sostanze reagenti è uguale alla massa dei prodotti di reazione. Il che significa che, secondo le leggi che regolano l’universo, noi riusciamo solo a trasformare le sostanze, ma non ad annullarne la massa.
Ciò che avviene quando s’inceneriscono i rifiuti, dunque, altro non è se non la loro trasformazione in qualcosa d’altro, e questa trasformazione è ottenuta tramite l’applicazione di energia sotto forma di calore.
Stante tutto ciò che ho scritto sopra e che è notissimo sia tra gli scienziati sia tra gli studenti delle scuole medie, se noi bruciamo l’immondizia, altro non facciamo se non trasformarla in particelle tanto piccole da farle scomparire alla vista e, con i cosiddetti “termovalorizzatori” – una parola che esiste solo in Italiano e che evoca l’idea ingenuamente falsa che si ricavi valore economico dall’operazione – la trasformazione produce particelle ancora più minute e, dunque, più tossiche.
Malauguratamente, non esiste alcun tipo di filtro industriale capace di bloccare il particolato da 2,5 micron o inferiore a questo, ma, dal punto di vista dei calcoli che si fanno in base alle leggi vigenti, questo ha ben poca importanza: il “termovalorizzatore” produce pochissimo PM10 (peraltro, la legge sugl’inceneritori prescrive ancora la ricerca delle cosiddette polveri totali ed è, perciò, ancora più arretrata) e la quantità enorme di altro particolato non rientra nelle valutazioni. Ragion per cui, a norma di legge l’aria è pulita. Ancora malauguratamente, tuttavia, l’organismo non si cura delle leggi e le patologie da polveri sottili (le PM10 sono tecnicamente polveri grossolane), un tempo ignorate ma ora sempre più conosciute, sono in costante aumento. Tra queste, le malformazioni fetali e i tumori infantili.
Tornando ala legge di Lavoisier, uno dei problemi di cui tener conto nell’incenerimento dei rifiuti è la quantità di residuo che si ottiene. Poiché nel processo d’incenerimento occorre aggiungere all’immondizia calce viva e una rilevante quantità d’acqua, da una tonnellata di rifiuti bruciata escono una tonnellata di fumi, da 280 a 300 kg di ceneri solide, 30 kg di ceneri volanti (la cui tossicità è enorme), 650 kg di acqua sporca (da depurare) e 25 kg di gesso. Il che significa il doppio di quanto si è inteso “smaltire”, con l’aggravante di avere trasformato il tutto in un prodotto altamente patogenico. E in questo breve scritto si tiene conto solo del particolato inorganico e non di tutto il resto, dalle diossine (ridotte in quantità ma non eliminate dall’alta temperatura), ai furani, agl’idrocarburi policiclici, agli acidi inorganici (cloridrico, fluoridrico, solforico, ecc.), all’ossido di carbonio e quant’altro.
Affermare, poi, che incenerire i rifiuti significa non ricorrere più alle discariche è un ulteriore falso, dato che le ceneri vanno “smaltite” per legge (decreto Ronchi) in discariche per rifiuti tossici speciali di tipo B1.
Si mediti, poi, anche sul fatto che l’incenerimento comporta il mancato riciclaggio di materiali come plastiche, carta e legno. I “termovalorizzatori” devono funzionare ad alta temperatura e, per questo, hanno bisogno di quei materiali che possiedono un’alta capacità calorifica, vale a dire proprio le plastiche, la carta e il legno che potrebbero e dovrebbero essere oggetto di tutt’altro che difficile riciclaggio.
Tralascio qui del tutto il problema economico perché non rientra nell’argomento specifico, ma il bilancio energetico è fallimentare e, se non ci fossero le tasse dei cittadini a sostenere questa forma di trattamento dei rifiuti, a nessuno verrebbe mai l’idea di costruire impianti così irrazionali.
Rimandando per un trattamento esaustivo dell’argomento ai numerosi testi che lo descrivono compiutamente, compresi i siti Internet dell’ARPA e di varie AUSL, la conclusione che qualunque scienziato non può che trarre è che incenerire i rifiuti è una pratica che non si regge su alcun razionale. Ma, al di là della scienza, il sensus communis del buon padre di famiglia che per i Romani era legge può costituire un’ottima guida. Usare i cosiddetti “termovalorizzatori” spacciandoli per un miglioramento tecnico, poi, non fa che peggiorare la situazione dal punto di vista del nanopatologo, ricorrendo questi a temperature più elevate.
Perciò, una pratica simile non può essere in alcun modo presa in considerazione come alternativa per la soluzione del problema legato allo smaltimento dei rifiuti, se non altro perché i rifiuti non vengono affatto smaltiti ma raddoppiati come massa e resi incomparabilmente più nocivi.

Stefano Montanari – Direttore Scientifico del laboratorio Nanodiagnostics
Via E. Fermi, 1/L – 41057 San Vito (Modena)
www.nanodiagnostics.it

IL PARCO VAL D'AGRI SUPERA L'ULTIMO OSTACOLO DELLA CORTE DEI CONTI, SI ATTENDE LA PUBBLICAZIONE SULLA GAZZETTA UFFICIALE.


S
embra fatta!!! la notizia circola ormai da quasi due giorni... Il decreto del Presidente della Repubblica in cui viene decretata l'istituzione del Parco Nazionale della Val D'Agri ha superato l'ultimo ostacolo, quello della Corte dei Conti. Adesso a partire dalla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del decreto, il Parco sarà una realtà per legge.

“Con l'istituzione del Parco nazionale della Val d’Agri la Basilicata si candida fra le regioni del Sud ad essere una vasta area di tutela e di protezione in un sistema di parchi meridionali che potrà determinare importanti opportunità di crescita e di sviluppo per la nostra comunità”. Queste le parole di V. De Filippo, Presidente della Regione Basilicata, che si dimostra ovviamente soddisfatto. E conclude dicendo: "La Val d’Agri ha oggi in mano un altro grande strumento per guardare con più forza e sicurezza al suo futuro. Stiamo aspettando con tantissimo interesse la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto. Abbiamo in questi anni lavorato strenuamente e rigorosamente nelle sedi istituzionali competenti (Conferenza unificata e Conferenza Stato-Regioni) e con il Ministero dell’Ambiente – ha continuato De Filippo – per portare a compimento un procedimento che per molti aspetti si è rivelato lungo e complesso. La difesa delle prerogative della Regione e della tutela del territorio sono stati gli orientamenti fondamentali della nostra azione che – ha concluso – nella vicenda relativa all’inserimento del monte Caperrino si era rivelata particolarmente insidiosa”. Questa notizia mi auguro che possa porre fine ad una vicenda politico-sociale che dura da più di dieci anni. Il territorio necessita di un sistema di gestione nuovo, all'altezza della situazione. Bisogna porre dei vincoli per tutte le attività impattanti sull'ambiente e sulla salute che oggi ancora proliferano nella valle, e mi riferisco non solo all'estrazione petrolifera, ma anche alle discariche, alle cave ecc. Adesso possiamo sperare in un futuro nuovo.

Restiamo in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.