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domenica 11 novembre 2007

Il delitto perfetto?

di Cesare Piccitto

Quello che nei manuali di criminologia viene definito: “ il delitto perfetto”. Nessun movente, senza arma del delitto e senza sospettati. Sono passati più di due decenni è vero. Tanto tempo, ma mai troppo per cercare di capirne di più. Da dove cominciare? iniziamo a far conoscere o far ricordare, per chi c’era, chi è stato Rino Gaetano. Quest’anno ricorre proprio il 25 anno dalla sua prematura e violenta scomparsa. Un intellettuale “scomodo” perché non faceva comodo a nessuno, in quei violenti e per certi versi oscuri anni settanta.

Era Nato a Crotone il 29 ottobre 1950. Romanticismo, humour, tristezza, ma anche sarcasmo. È Rino Gaetano, l'autore di Gianna, un maestro d'ironia, uno dei cantautori più conosciuti degli anni '70. Giovanissimo si trasferisce a Roma dove vive fino alla sua morte.

Si avvicinerà da subito alla musica. Il suo primo 33 giri è “Ingresso Libero”. Il grande pubblico si accorge di lui con “Il cielo è sempre più blu” e poi con “Berta filava”. Infine il successo: con singoli come “Aida” e “Gianna”. Quest'ultima canzone si piazza terza al Festival di Sanremo del 1978, dove il cantante si presenta con un frac, un cappello a cilindro, il tutto smitizzato da una camicia a rigoni rossi verticali. Proprio Gianna resta per un mese, a marzo, in vetta alla classifica dei 45 giri.

Una persona ed un intellettuale, che ha scelto la musica come mezzo d’espressione della propria essenza: goliardica, molto acuta e mai banale. Gran parte della critica dell’epoca lo bollò come “giullare” non sforzandosi minimamente di capire il messaggio forte dei suoi testi. Lui non se ne preoccupò più di tanto esprimendo il meglio di sè nei suoi ultimi album.

All’apice della sua carriera, un delitto lento ma premeditato fermò il suo estro per sempre. Alla fine del 1978 Gaetano si reca in Spagna per registrare le versioni in lingua originale di alcune sue canzoni. È il tempo della tristezza: in Italia impazza la moda del reggae e lui, come segno di rifiuto delle ideologie e dei rituali politici, scrive una invettiva in musica dal titolo Nuntereggae più in cui si scaglia contro la castità, il maschio forte, le superpensioni, gli evasori legalizzati, e anche contro alcuni personaggi della vita economica, politica, sportiva.

Del 1981, anno in cui gira in tourneè con Riccardo Cocciante, è l’ ultimo suo album “E io ci sto”. Muore la notte del 2 giugno 1981, all'alba, dopo un incidente con la sua Volvo 343 in via Nomentana. Anche perché ben cinque ospedali ne rifiutano il ricovero. Dopo quindici giorni avrebbe dovuto sposare la sua ragazza Amelia, di Fondi.

Alla luce dei fatti, anche se incorniciati in un lontano passato, di quella morte non è possibile realmente accusare nessuno. Una serie di sfortunate coincidenze, il destino crudele e tante altre ancora potrebbero trovarsene di cause. Una cosa è certa: il mandante di quell’omicidio aveva agito già da tempo, costruendo sull’artista un’immagine volutamente distorta, quella società “piccoloborghese” che con acuta ironia lui prendeva di mira, al momento opportuno ha sferrato la più atroce delle vendette, permettendo che morisse senza soccorso destino che oggi non si riserva nemmeno agli animali. Nessun ospedale accetta di ricoverarlo, decretandone così il sicuro decesso. Autore di canzoni graffianti e appassionate, paladino del Sud e degli sfruttati, nemico giurato di tutti i politici, Rino Gaetano è uno dei cantautori di culto della scena italiana. Ha cantato un'Italia grottesca negli anni della tensione e delle P38. Dopo la sua morte, le sue canzoni sono state riscoperte negli anni e saccheggiate senza ritegno. Ci rimane la denuncia sociale celata dietro l'ironia delle sue filastrocche, ancora attualissima. Solo oggi superato il ventennio dalla scomparsa, Gaetano ottiene quella considerazione e ascolto che non aveva mai avuto in passato. Meglio tardi che mai.

Rino Gaetano
onore ad un uomo del sud
Fiabe amare di un cantastorie

Un contributo al cantante Rino Gaetano da parte del Paese

Rai Uno trasmetterà dopo 20 dalla sua scomparsa una Fiction in prima serata l'11 e 12 novembre.

Intervista a Claudio Santamaria l'attore che interpreta Rino Gaetano

Come si è preparato?
"Prima di tutto sono dimagrito. Poi ho letto tutte le biografie su Gaetano, i testi di Petrolini, Dante e Palazzeschi amati dallo stesso cantautore, ho anche guardato molte apparizioni televisive. Insomma volevo documentarmi il più possibile per far diventare mio il personaggio. Per me la vera sfida è stata quella di cantare le sue canzoni. All'inizio non era previsto poi sono riuscito a convincere la produzione dopo un mini concerto insieme alla Rino Gaetano Band".
Cosa la incuriosiva del personaggio? "Il suo essere outsider. Volevo mostrare il lato meno conosciuto. Tutti lo ricordano giullare con quella bombetta in testa a Sanremo nel 1978. Era prima di tutto scrittore poi musicista. Gianna non gli apparteneva fino in fondo l'aveva sempre rinnegata, troppo commerciale. Lo considero un antieroe le cui canzoni non le utilizzi come sottofondo oppure non le ascolti seduto in poltrona. Sono ironiche e allo stesso tempo riflessive".Oggi con quale cantante lo paragonerebbe? "Non è facile. Qualcuno c'è comunque. Daniele Silvestri è uno di questi. Gioca con le parole, affronta certi temi prendendosi in giro. Credo abbia percorso un po' la stessa strada. Ammiro anche Andrea Rivera, amico di Bruno Franceschelli (amico di Gaetano), perché sperimenta con il teatro e la canzone, è divertente e pungente. Rino Gaetano voleva essere il Petrolini del rock, Rivera in qualche modo sta seguendo le sue orme". Gaetano lo considera attuale?"Alla canzone Nuntereggae più basterebbe cambiare qualche nome e diventerebbe attualissima. Rino aveva la capacità di non sconfinare, di non schierarsi mai, proprio per questo scriveva testi universali. Lo dimostrano anche i ragazzi di quindici anni che cantano e saltano ascoltando la versione disco de Il cielo è sempre più blu". Secondo lei la Rai con questa fiction potrebbe mutare un po' il suo pubblico di riferimento? "Credo di sì. Gaetano è ascoltato anche dai quindici/sedicenni. L'auditel è spietato, ma come si divertono a un concerto della Rino Gaetano Band si dovrebbero divertire anche vedendo questo prodotto".
Emanuele Bigi

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Biografia

Rino Gaetano nasce il 29 Ottobre 1950 a Crotone, dove vive gli anni della prima infanzia, fino a quando, nel 1960, i suoi genitori decidono per motivi di lavoro di trasferirsi a Roma nel quartiere popolare di Monte Sacro. Aspirante geometra, allevia gli studi dilettandosi a coltivare i primi interessi per il mondo del teatro.
Inizia inoltre i suoi primi approcci musicali imparando a suonare la chitarra e componendo le sue prime canzoni. Incontra fin da subito le perplessità del mondo musicale per il suo modo ironico e singolare di proporre i suoi pezzi, poco "in linea" con la tendenza seriosa e di stile ideologico di quel periodo, ma viene però notato da alcuni discografici romani suscitando la loro curiosità (Sergio Bardotti e Vincenzo Micocci, quest'ultimo proprietario dell'etichetta discografica It). Dopo varie esperienze di teatro per ragazzi (in una versione musicale di "Pinocchio" interpretava la Volpe), debutta nella giungla discografica italiana nei primi anni 70 per la It con un 45 giri nel quale interpreta sotto lo pseudonimo di "Kammamuri's", una canzone intitolata "I love you Marianna", che serve soprattutto a confermare ancora una volta i dubbi che il mondo discografico in genere aveva nei suo confronti . Soltanto 2 anni dopo si ripropone con il suo primo LP "Ingresso libero" (1974) che viene per lo più ignorato sia dal grande pubblico che dagli addetti ai lavori ma che funge da anticamera ad un periodo di riscontri decisamente più rilevanti, a partire dal vero debutto nel 1975 con il 45 giri "Ma il cielo è sempre più blu", una sorta di filastrocca sui vizi e le contraddizioni della società di quel tempo interpretata da Rino senza mai rinunciare alla sua naturale dose di sarcasmo mescolata però ad un vero e proprio coraggio civile. Nel 1976, esce il suo secondo LP, frutto di alcuni anni di lavoro intitolato"Mio fratello è figlio unico" con inclusa la famosa "Berta filava", album apprezzato dalla critica ma accolto con favore solo da una parte di pubblico.
Da questo momento in poi, per un periodo che va dal 1976 al 1978, Rino Gaetano si impone sempre più come il cantautore fuori dalle righe, il "grillo parlante" per antonomasia e pubblica una serie di pezzi che hanno la qualità (insolita per certi versi) di divertire ma di far riflettere su temi tanto delicati quanto difficili da affrontare in musica. Con i successivi LP "Aida" (1977) e "Nuntereggaepiù" (1978) in un rapido crescendo, riscuote consensi sempre più consistenti, fino ad ottenere un vero e proprio successo con la canzone "Gianna"al Festival di Sanremo del 1978, dove si esibisce alla grande platea mostrando tutta la sua ironia scanzonata degna di un vero artista di varietà, un esibizione che rimarrà scolpita nelle memorie di molti. La canzone "Gianna" fu in quel momento, la ventata di aria nuova che tutti desideravano ma che nessuno voleva ammettere di avere bisogno, fu l'improvvisa "chiave" che servì a liberare la mente dai tetri condizionamenti ideologici di ogni genere .
A quel Festival di Sanremo "Gianna" si piazzò al terzo posto, preceduta da "Un emozione da poco" della Oxa, e da "E dirsi ciao" dei Matia Bazar, ma raggiunse il primo posto nelle classifiche di vendita, dove rimase inchiodata per diverse settimane . Nel 1979 l'album "Resta vile maschio dove vai" (il brano omonimo viene scritto da Mogol) che lancia nel periodo estivo l'indimenticabile ballata "Ahi Maria" segna il passaggio dalla piccola casa discografica It, alla multinazionale RCA e l'inizio di una serie di tournée che lo renderanno popolarissimo in tutta Italia. Entra in crisi artistica nel 1980 dopo aver inciso l'album"E io ci sto". Cerca però di dare una svolta alla propria attività sperimentando nuove strade e iniziando a collaborare con artisti come Riccardo Cocciante e i New Perigeo con i quali incide un Qdisc. Proprio mentre sta vivendo questa importante fase di transizione, alle prime luci dell'alba del 2 Giugno 1981, perde la vita tornando a casa in un tragico incidente automobilistico sulla via Nomentana a Roma. All'età di trentun' anni Rino Gaetano esce di scena per un beffardo scherzo del destino. La sua morte prematura, che viene immediatamente paragonata a quella di Fred Buscaglione, ci impedisce di sapere quanto altro ancora avrebbe detto questo "giullare dei giorni nostri" con la sua esuberanza, col suo linguaggio corposo, con il suo modo trascinante. Di lui ci restano le sue, le "nostre", uniche indimenticabili canzoni . Per l'ironia e l'intelligenza dei suoi testi, per il suo songwriting schietto e graffiante, Rino Gaetano merita davvero un posto accanto ai più grandi esponenti della canzone italiana. Il suo universo è affollato di santi che salgono sul rogo "vestiti d'amianto"; di donne immaginarie che filano la lana e fiutano tartufi; di cieli blu e di notti stellate. Irride e commuove, con l' eccentricità dei poeti cantastorie.
L'Italia nelle sue canzoni, diventa un paese surreale, diviso tra fiaba e dramma, passioni sentimentali e contraddizioni sociali. Un paese che Gaetano ha sempre amato, ma che quasi mai l'ha voluto comprendere. E' sepolto a Roma, e chi vuole andare a trovarlo, potrà farlo visitando il cimitero monumentale del Verano, entrando dall'ingresso che si affaccia sullo scalo S.Lorenzo. Lasciando sulla sua tomba magari solo un fiore.... una rosa d'amore.
Ricerche effettuate da Claudio De Nicola.