Intervento dell’On.Antonio Potenza, Assessore regionale alla Salute
Sanità: la confusione fa male al settore
Fino ad ieri avevamo una sanità virtuosa, oggi , a sentire qualche consigliere , abbiamo una sanità da sfascio. Sono sospetti il tempismo e la veemenza di alcune prese di posizione sollecitate da vicende giudiziarie tutte da chiarire. Ma una cosa è certa: confondere l’una cosa con l’altra non fa bene a nessuno, tanto meno ad una regione che per uscire dal tunnel ha bisogno di coraggio e di concordia.
Il settore sanitario in basilicata presenta più luci che ombre. Al confronto nazionale, la regione si segnala come una delle più accorte nella spesa, di quelle cioè che sono riuscite a garantire una erogazione di servizi sanitari completa, continua e sovente di elevata qualità facendosi bastare i soldi del riparto nazionale. Senza disavanzi, senza accompagnamenti, senza ricorso a tassazioni aggiuntive. E vedendo aumentare il gradimento dei cittadini verso i servizi erogati, come dimostra la curva discendente dell’emigrazione sanitaria verso altre regioni. In un anno si sono risparmiati qualcosa come 7milioni di Euro, che , per una regione dai piccoli numeri, non sono certo poca cosa.
Tutto questo non è avvenuto per caso, ma per una strategia politica che ha puntato da un lato a razionalizzare l’esistente, dall’altro a dare una migliore risposta in termini di miglioramento professionale e tecnologico .La competizione tra le ASL ha obbligato il management a fare i conti con le duplicazioni e gli sprechi e li ha indirizzato verso la scelta di servizi innovativi , capaci di non solo di integrare l’ospedale con il territorio ma anche di drenare utenza dalle regioni .
Più in generale , il quadro che si presenta non è tale da autorizzare qualunquismi. L’ospedale di Matera si presenta in forte espansione, con dati di crescita assolutamente rispettabili, mentre l’ospedale San Carlo di Potenza conferma il suo ruolo di eccellenza, con la forte crescita di servizi ad alta specialità. E non sono meno confortanti i risultati del CROB di Rionero, che ormai vede come raggiungibile il traguardo del riconoscimento di IRCC.
E successi sono stati conseguiti sul piano della prevenzione, con le campagne di screening e di vaccinazione contro i tumori dell’apparato femminile , che portano la basilicata tra le Regioni più attente verso una strategia di diagnosi precoce.
Ricordare queste cose positive significa anche prendere le distanze da comportamenti che hanno poco di politico e che declinano verso un facile moralismo. La storia è piena di gente che parla col senno di poi, o che aggiunge confusione a confusione. Quando poi questo avviene per opera di persone e di partiti che pure hanno responsabilità primarie nella guida di questa regione, allora sorge il sospetto che ci sia più voglia di speculazione che di verità. Parlare della sanità lucana come un girone dantesco nel quale tutto è marcio è offrire una immagine deformata e mistificante della realtà e contribuire a portare la crisi in un settore che è vitale per la società lucana. Non si può , se non in un avido tentativo di consolidare carriere che dal moralismo sono nate e da esso sono state alimentate, portare sconforto e sconcerto in un sistema complesso che grazie al lavoro di amministratori seri e capaci, di medici di valore e di operatori che fanno il loro dovere dimostra di essere ben lontana da quelle situazioni di degrado che la cronaca mette in evidenza. Avere responsabilità significa proporre ed operare, non porsi alla finestra. Sulle grandi questioni irrisolte della sanità, c’è chi, come noi, ha parlato in tempi non sospetti, presentando una propria visione di riforma del settore, che punta non alla soppressione ma alla messa in rete di tutte le strutture ospedaliere, il tutto visto come un unico ospedale regionale fatto di tante specificità territoriali. Essere costruttivi significa operare perché il confronto politico possa arricchirsi di una visione articolata delle cose . Poi ,le regole della democrazia impongono di decidere e di scegliere. Saltare tutto questo per dire semplicemente : ve l’avevo detto, è un modo tutto sommato riduttivo di fare politica, soprattutto quando non c’è traccia di proposte concrete.
Oggi noi siamo alla fase due di una politica sanitaria che, per dispiegare le proprie potenzialità, deve da un lato trovare all’interno del sistema nuove risorse per finanziare la propria evoluzione, dall’altro inquadrare l’attività programmatoria in un contesto di riferimento più ampio di quello regionale, fino a proiettarsi in una competizione su scala meridionale. E su questo , da sei mesi, da quando abbiamo assunto la guida del Dipartimento stiamo lavorando, sia individuando strumenti nuovi per la governance del sistema sia impostando un nuovo piano sanitario coerente con questa visione di una sanità interregionale nella quale
On.Antonio Potenza
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